Il primo stadio nella produzione di un mobile PEGASO, il più importante e più tecnico, è la progettazione che viene eseguita sia su carta che su computer, i falegnami scelgono quindi i legni con la giusta stagionatura e si taglia il numero di pezzi necessario per il mobile progettato.
I legnami che si usano di più sono il faggio, il ciliegio, il rovere, il noce, il castagno e il frassino. Ne esistono anche alcuni di importazione come il noce tanganika e il toulipier.
Lo stadio successivo prevede la verniciatura delle parti grezze da assemblare che può essere effettuata a mano o a spruzzo in base al tipo di finitura desiderata.
I nostri artigiani accompagnano con passione tutte le fasi delle loro lavorazioni: dalla selezione delle tavole allo stato grezzo, alla rifilettatura.
Ogni processo di lavorazione delle tavole che vengono rifilettate, levigate e spessorate, può richiedere fino a 10 giorni se fatto a mano.
Il mobile viene costruito componendo le tavole attraverso incastri realizzati con delle incisioni sulle parti larghe delle tavole stesse.
Tutti i vari pezzi vengono incollati con colle speciali viniliche che danno alte garanzie di durata, elasticità e resistenza agli urti e all'umidità.
Sull'intelaiatura così costruita viene realizzato l'assemblaggio delle varie cornici, l'intera composizione dei cassetti e il retro del mobile.
I laboratori artigiani veneti, da anni specializzati in questo processo, collaborano con PEGASO in un rapporto di fiducia costruito negli anni, garantendo così la distribuzione, il trasporto e persino il montaggio dei mobili veneti nelle case degli italiani.
PEGASO dispone anche di una serie di mobili "realizzati con legno vecchio": credenze, tavoli, vetrine ad altri articoli fabbricati utilizzando legname recuperato dallo smontaggio di mobili vecchi. Il noce e ciliegio così ottenuto, dopo essere stato ripulito, viene letteralmente "fatto a fette", cioè viene segato in cartelle da 3-4 millimetri di spessore, per essere poi incollato su una struttura di legno massello (abete).
Questo procedimento è chiamato lastronatura. I piccoli forellini che eventualmente si vedono sulla superficie della lastronatura sono i fori delle puntine "sparate" per tener ferma la cartella di noce o ciliegio il tempo necessario alla colla per asciugarsi, e successivamente rimosse (una volta si usavano chiodini piantati a mano).
Anche per gli interni e per le schiene in massello viene a volte utilizzato legname antico, abete e larice, recuperati da solai e travature vecchie.